24/06/2016

Un ritrovato (con TROVATORE) Alfredo Pollini travolgente (con TRAVOLTA TREB) in coppia con Lorenzo Bortolotti intervistati da Amario

di admin
di Mario “Amario” Alderici – “Persi o no siamo ancora in piedi, siamo ancora qui!” (Ligabue): da appassionati giovani avevamo apprezzato la continua ascesa una venticinquina d’anni fa di Alfredo Arnaldo Pollini a segno in numerosissimi gran premi (a memoria ricordiamo l’Encat, il Nazionale, Nazionale Filly, l’Etruria, il Triossi), sarebbe impossibile ricordarli tutti, però se qualcuno pensa ai Gran Premi di Ruth Bi, Uxer Lb, Leben Rl, Tespi Lb ricorderà sicuramente le gesta del “Pollo” in sulky; io personalmente (da buon toscano) ricordo le passerelle di Cherokee Chief nel Gp Firenze e nell’Etruria perché c’ero ma Cherokee di gran premi ne ha vinti tanti (sempre in coppia con Alfredo l’Andreani, il Nazionale, il Città di Napoli oltre al secondo nel Derby) così come è da ricordare un altro gran premio. Parliamo di corse a cavallo del secolo, anni 90 – inizio 2000, nel 2002 Pollini è ai vertici della classifica nazionale con 126 vittorie e somme vinte (dai cavalli guidati) per circa un milione e mezzo di euro poi, come capita talvolta nella vita di un uomo e di uno sportivo, un momento di buio, ma la classe e le capacità non si spengono, e nel 2005 chiamato ad improvvisare nel Gp Regione Autonoma a Trieste un americano di Pippo Gubellini che non aveva mai vinto (Yankee Valor) il “Pollo”tira fuori dal cilindro un vero e proprio capolavoro seguendo la “scannata” dei primi avvicinandoli a fari spenti per poi piazzare in contropiede (sul rallentamento della testa) la frazione breve ma secca e incisiva di Yankee per sorvolarli e fare passerella a grossa quota per un successo a sorpresa che scatenò in pista l’entusiasmo di Pippo Gubellini come allenatore (in corsa aveva guidato Fuente Park che sulla carta aveva molte più chances) che fu il primo ad andarsi a complimentarsi con Alfredo per la guidata monstre che aveva fatto; da notare che Yankee Valor non vinse mai più, l’unica vittoria fu quel Gran Premio in Italia nelle mani di Pollini. Purtroppo nello stesso modo con cui Alfredo Pollini aveva vinto, avvicinandosi a sorpresa a fari spenti alla testa del gruppo, il suo ultimo gran premio si spegnevano a poco a poco le luci della ribalta per Alfredo con sempre meno cavalli in scuderia e sempre meno opportunità come catch driver. Ma non si spegne un Campione: tornati gli stimoli giusti Alfredo è tornato!!! E abbiamo potuto apprezzare i piazzamenti esteri (terzo in Danimarca, quarto in Svezia) dell’ottimo Trovatore e i sorprendenti progressi di Travolta Treb che fa una striscia di 7 successi consecutivi.
La rinascita di Alfredo Alfredo ha tanti nomi che sarebbe impossibile citarli tutti (già ne ha 2 lui, se li citiamo tutti scriviamo un libro, ahahha), ovviamente sé stesso con la sua passione, competenza e bravura ippica e il suo capire la vita (ciò che ci ha fatto piacere nell’intervistarlo è che è simpaticissimo, si ride sempre), i suoi figli, la sua compagna, ma ippicamente c’è un nome che ha inciso molto nell’incremento degli effettivi di scuderia, tutti cavalli non campioni ma che stanno andando forte, fino ad arrivare a una scuderia di 30 effettivi, che ha fatto da second trainer con una passione e capacità eccezionali portando sia i cavalli sia Pollini a rendere al massimo, e si chiama Lorenzo Bortolotti.
 
 
Lorenzo Bortolotti, 32 anni, Alfredo Pollini, 50 anni, entrambi figli d’arte e provenienti da dinastie ippiche che si son prolificate nel tempo (anche i cugini, ricordo Nicola Bortolotti con Ocagmo cugino di Lorenzo e Glauco Cicognani cugino di Alfredo), ma in famiglia vi volevano vetrinari, quindi prima la scuola. Iniziamo questa intervista parlando della scuola e degli studi per diventare veterinari via, Lorenzo e Alfredo presenti?  
Alfredo : – No, io assente. Al primo anno di liceo m’hanno bocciato perché eran più le assenze che le presenze, ma io a quei tempi avevo in testa il pallone. Io ero una mezz’ala promettente eh, molto mezza e poca ala, ma ero bravo, sarei stato l’alter ego di Maradona lui al 10 e poi all’8, poi mi son fatto male al ginocchio e carriera sfumata; la scuola ormai era ormai finita e allora restavano i cavalli (che comunque a parte gli scherzi mi piacevano) e allora m’è presa questa passione di cercare di far bene nell’ippica e mi ha affascinato la figura del catch driver, non sapevo bene cosa voleva dire (non lo so nemmeno ora), ma volevo fare il catch driver. 
 
Tu Lorenzo invece hai intrapreso gli studi di veterinaria.
Lorenzo: – Sì, mi sono diplomato perito agrario, poi mi sono iscritto all’università per diventare veterinario ma non ho portato a termine gli studi universitari perché il richiamo della scuderia era troppo forte, ho iniziato a correre nel circuito per gli universitari e a fare il lavoro in scuderia.
 
E quindi alla fine entrambi a prolungare i bei successi ippici della vostra famiglia come driver, famiglie ippiche storiche, entrambi figli d’arte.
Alfredo: Sì, mio padre Franco e mio zio Alfredo Cicognani mi hanno dato i primi rudimenti del mestiere.
Lorenzo: Iniziò mio bisnonno Vito Bortolotti: si ritrovò tra le mani una trottatrice russa che fuggiva dalla guerra rubata dai tedeschi all’esercito russo e poi abbandonata a se stessa, la curò e poi la portò a correre alle prime “corse” in occasione delle feste paesane, fu una passione per i cavalli che poi contagiò mio nonno Laerte che ebbe una grande cavalla come Iscatilla e un po’ tutti i membri della mia famiglia.
 
Compresa tua sorella Elena che pur non essendo un’ippica in senso stretto ha un grande amore per i cavalli …
Elena Bortolotti: – Sì, ti racconto questa: avevamo 12 – 13 anni e in scuderia c’era una puledra un po’ sclerotica e indisponente che non prendeva l’ala dell’autostart. Un giorno ho preso la bicicletta e dietro alla schiena mi sono legata uno stenditoio da panni, Lorenzo ha attaccato al sulky la puledra e mi è venuto dietro, siamo andati per il viottolo io con la cavalla che mi seguiva in schiena e Lorenzo che mi diceva “va più forte, pedala pedala” e io via con la bicicletta che non potevo rallentare perché la cavalla mi avrebbe travolto … Oh Mario, ma ti rendi conto? Io alla fine sono sopravvissuta ma non so come!!! Però poi la cavalla ha imparato ad allinearsi dietro l’ala dell’autostart, ahahahh.
 
Poi avete iniziato a lavorare con altri trainer.
Lorenzo: – Sì, io ho fatto l’artiere da Vittorio Ballardini che oltre che mio maestro ippico è stato proprio per me un maestro di vita. Sai, quando si esce dalla scuola si è ancora un po’ ragazzotti, tanti grilli per la testa, e andando a lavorare come artiere da Ballardini ha contribuito a farmi diventare un uomo, poi son stato un anno con Loris Farolfi, sei anni con Bengt Holm e un paio d’anni da solo lavorando i cavalli al mare e appoggiandomi talvolta nelle scuderie di nonno Laerte a Ferrara.
Alfredo: – Con Cicognani ho preso la patente da allievo, poi ho lavorato con Pasquale Del Pizzo che ringrazio per avermi fatto molto guidare nonostante la giovane età quando ero passato professionista, quindi con Wallner per la grande scuderia Biasuzzi, poi anche in America con Jan Nordin; quando andai in America come ti dicevo prima l’idea che avevo in testa era la figura del catch driver, anche se non avevo capito bene cos’era, ma io andai in America e dissi: voglio fare il catch driver … e infatti finii a fare il cameriere in un ristorante …
 
Ahhahaha, Alfredo tu mi fai scompisciare dalle risate!
Alfredo: A parte gli scherzi, quando tornai in Italia riuscii a farlo perché guidai per Holger Ehlert dei buoni cavalli e capii finalmente cos’era il catch driver: mi dissi, se lui (Ehlert) allena meglio di me ma io mi perfeziono a guidare a modo concentrato su quello senza dover allenare e guidare insieme forse i risultati poi sono migliori, infatti ero molto più rilassato e guidavo meglio. Sia allenare sia guidare sono mestieri faticosi, anche dal punto di vista dello stress, quando hai tanti cavalli in scuderia è difficile nel tempo riuscire a fare al meglio le due cose.
 
Per fortuna ora accanto a te c’è Lorenzo Bortolotti e tu guidi più rilassato e concentrato e i risultati del team Bortolotti – Pollini si vedono ….
Alfredo: – Sì, una pedina appassionata e lavoratore come Lorenzo è fondamentale per la buona riuscita del nostro team.
Lorenzo: – Sono second trainer e ora ho la fortuna di gestire personalmente 16 puledri con la V dell’allevamento Folli di grande genealogia che fanno sognare, quindi ci siamo un po’ separati in casa, tutto ovviamente resta sotto la supervisione di Alfredo ma lui gestisce i 30 cavalli da corsa, io le V.
 
Mentre Alfredo guida tu Lorenzo ti stai specializzando nell’allenamento, vedo che dal Trofeo dell'Avvenire 2015 non hai più guidato in corsa, ti eri qualificato bene vincendo nelle eliminatorie con una cavalla non facile come Silvia Guida.
– E' difficile, come ti diceva Alfredo, riuscire a fare al meglio le due cose, per ora provo a concentrarmi sull'allenamento poi vedrò se riprendere a guidare anche in corsa; nel Trofeo dell'Avvenire sono arrivato in finale poi in finale sono due volte terzo sul palo ma in entrambe squalificato a corsa finita per rottura prolungata.
 
La vittoria più bella quella al trofeo dell'Avvenire?
– No, quella con Itrix Dj perché era una cavalla data ormai per spacciata, invece siamo riusciti a recuperarla da un infortunio e al rientro in una corsa allievi siamo andati davanti e non ci hanno più preso.
 
Dove e come lavorate i cavalli.
– A parte una decina che durante l'inverno alleniamo al mare il grosso del lavoro è all'Ippocampus a Castel San Pietro e i cavalli li lavoriamo sul fondo su una pista ottima e insabbiata, prove piano ma lunghe, sul doppio km o sui 2600 con breve scatto finale; li prepariamo a reggere agli sforzi fisici, talvolta facciamo anche prove sul miglio con quei cavalli che devono rientrare ma si tratta di eccezioni.
 
Mi dite pregi e difetti l'uno dell'altro.
Lorenzo: – Il difetto di Alfredo è che non è mai colpa sua, riesce a dar sempre la colpa a me quando qualcosa non va; il pregio è che ha proprio i cavalli nel sangue e riesce a capirli subito.
Alfredo: – Lorenzo è testardo come un mulo. Pregi ne ha tanti: è un vero amico, un lavoratore, ha una passione infinita e soprattutto mi sopporta.
 
Il vostro sogno nel cassetto?
Lorenzo: – Allenare un cavallo da Gran Premio.
Alfredo: – Sono arrivato 3 volte secondo nel Derby, con Uxor Lb, Dedalo Zac e Cherokee Chief, vorrei vincerlo una volta.
 
Il cavallo del cuore:
Lorenzo: –Bajkal Dj; quando lavoravo con Holm Bajkal lo curavo io, l'ho preso ad 8 anni che vinceva circa 10 mila euro, a fine carriera a 10 anni è arrivato a vincerne più di 80 mila andando a segno anche in tris e nei centrali.
Alfredo: – Bondì Di Casei perché è stato un cavallo sfortunatissimo, quando era pronto per arrivare in prima categoria si azzoppò, era un cavallo intelligentissimo, con lui ci parlavo, purtroppo morì in lavoro per un aneurisma; era un cavallo bravissimo, non ti tradiva mai.
 
Attualmente avete fatto benissimo con Trovatore anche all'estero, terzo in Danimarca e quarto in Svezia.
Lorenzo: – In Danimarca era il giorno della Copenaghen Cup, l'ho sgambato di fronte a un pubblico di 30 mila persone, grande emozione, dopo ciò ti viene voglia di continuare a fare questo mestiere di sacrifici.
Alfredo; – Sì, Trovatore è adatto alle distanze medio – lunghe, in Italia però ce ne son poche, poi per modo di corsa quelle sulle lunghe distanze da noi si riducono spesso a volate per velocisti; lo vedo adatto alle piste francesi un Love You come lui grande con qualche problemi di passaggi.  
 
Soddisfatti della prestazione del cavallo.
– Sì, considerato un pizzico di sfortuna, in Danimarca aveva un po' di temperatura dopo 3 giorni di viaggio, in Svezia fa 13.7 sul doppio km dopo aver rotto sulla prima curva, gli svedesi l'hanno chiamato "l'aeroplano italiano", una bella soddisfazione anche se non abbiamo vinto.
 
Curiosità Alfredo, come mai non l’hai guidato tu ma l’ottimo Roby Andreghetti?
–  Perché si trova a meraviglia con Roby, ci son cavalli che allenano altri e magari li improvviso io e si trovan bene nella novità, Trovatore lo alleno io tutti i giorni e si trova alla grande in pista quando trova la novità Andreghetti.
 
Oltre a Trovatore un’altra pedina importante è Travolta Treb che, scoperto dal talent scout Santino Arcilesi che ne è comproprietario, sta scalando le categorie con 7 successi a seguire.
–  Sì, l’aveva proposto a mezza Italia Santino per fare società sostenendo che era un gran cavallo e ha visto giusto; io l’avevo visto correre in Toscana, mi era piaciuto (al debutto sbaglia ma stracorre, la volta dopo fa terzo in 15.2 girando di fuori) e l’ho provato. E’ stata una sorpresa anche per me vedere quanto va forte.
     
E’ castrone e ha debuttato alla fine dei 3 anni, ha avuto dei problemi?
– Francamente non conosco bene il suo background, forse aveva bisogno di maturare, se l’hanno castrato avranno avuto i loro motivi, quello che ti posso dire è che caratterialmente è un cavallo eccezionale ora, lui lavora, mangia, beve, dorme e vince; per il resto non ti accorgi neanche che c’è in scuderia, un cavallo tranquillissimo.
 
Hai apportato delle modifiche a Travolta? Può arrivare in prima categoria?
– Piccole modifiche, un cambio di ferratura e una modifica all’imboccatura, all’interno porta un bastone chiodato perché a inizio carriera tendeva un po’ a prendere le curve di traverso, prima portava una briglia bombay, ora la porta chiusa, gli ho messo un’americanina, più che altro mi serve tenerlo concentrato perché ha ancora poca esperienza, ha fatto solo 11 corse. Qualche margine alleggerendolo lo può ancora avere perché fa tutto facile, aspiriamo ai centrali, dire che è un cavallo di prima categoria è troppo per ora, poi magari continuerà a sorprenderci e farà ancora un ulteriore passo avanti.   
   
I vostri figli hanno già la passione per i cavalli?
Lorenzo: – Ho 2 bambine di 8 e 6 anni che seguono i corsi di equitazione.
Alfredo: – Le prime 2 facevano volteggio e equitazione, ora si sono buttate a capofitto nello studio e sono ottime studentesse, una alla Bocconi, l’altra studia biologia all’Università di Bologna, il piccolino (11 anni) invece è appassionato di calcio e magari riuscirà a diventare una grande mezz’ala come sarei stato io senza l’infortunio al ginocchio, ehehhe.
 
Avete poi la fortuna di avere compagne che vi seguono nella vostra vita ippica.
Lorenzo: – La mia ragazza aveva iniziato con l'equitazione, ora l’ho convertita al trotto e ha due cavalli suoi (Thor Vald e Sagittario Ors) che cura personalmente, anche con buoni risultati con Thor che a fatto 4 vittorie in 9 uscite. Lei ci fa prove a sella.
Alfredo: – La mia compagna Angela è nipote di un grande ippico come Roberto Mazzuccato, non pratica a livello agonistico ma mi segue, soprattutto mi ha aiutato molto standomi vicino e facendomi superare il momento buio di cui parlavamo all’inizio.
 
Avete hobby extraippici?
Lorenzo: – Quando ho tempo libero mi piace trascorrerlo in un agriturismo con la mia ragazza mangiando una buona bistecca, preferibilmente una fiorentina. 
Alfredo: – Anch’io amo la cucina, sono una buona forchetta ma mi piace anche cucinare, son bravo a fare la carbonara e faccio dei sughetti romani da leccarsi i baffi.
 
E allora si organizza una cena al prossimo successo di Trovatore o di Travolta!