30/03/2022

Il cavallo a terra, una vera e propria urgenza

di Carlotta Caminiti

Il cavallo a terra, una vera e propria urgenza

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I cavalli che non riescono ad alzarsi da soli, sono un grosso problema e il peggior incubo di qualsiasi proprietario. Questo perché fondamentalmente ci si sente impotenti davanti all’idea di doverli sollevare, cosa che ipoteticamente potrebbe sembrare semplice, ma che non lo è proprio per il peso, la mole e, spesso, la scarsa collaborazione che il cavallo ci mette. La sopravvivenza di questi animali è infatti legata alle loro condizioni fisiche, al contesto in cui vivono e alla buona volontà loro e di chi li gestisce. Un cavallo che rimane a terra per diverse ore, soprattutto se è anziano, e ha provato diverse volte ad alzarsi senza riuscirci, sembra quasi voler mollare senza più tentare. In molti lo darebbero per spacciato ma invece, una volta rimesso in piedi, con molta probabilità si comporterà come se nulla fosse successo. In quel caso sarebbe stato davvero un peccato addormentarlo per sempre, quando comunque potrebbe vivere bene finché ancora ce la fa.

Un cavallo che non riesce ad alzarsi è sempre da considerarsi un urgenza

L’operazione di rimettersi in piedi per un cavallo, anche se in salute, è di per sé piuttosto complessa: deve infatti stendere gli anteriori in avanti e darsi una grande spinta con i posteriori per sollevarsi. Tutta questa procedura, già impegnativa per i cavalli giovani, può rivelarsi troppo complessa per un animale anziano, con magari qualche problema neurologico e di atrofia muscolare legato all’età. Anche loro invecchiando vanno incontro a svariati acciacchi e, non dimentichiamoci, che l’allungamento delle prospettive di vita che hanno avuto negli ultimi anni, ha in qualche modo fatto emergere queste problematiche.
Mio malgrado, ho dovuto ingegnarmi per imparare come sollevare un cavallo a terra perché una delle mie vecchie “ragazze”, la Lory, non si è più alzata da sola per molto tempo e per più di 2 anni l’abbiamo sempre aiutata. Per fortuna non si coricava spesso e per la notte l’avevamo messa in una capannina molto grande da cui, eventualmente, era facile tirarla fuori. Infatti questi cavalli, quando capiscono che per loro coricarsi può diventare una condanna, tendono ad evitarlo e a riposare il più possibile in piedi, spesso appoggiandosi ai muri. Ma sdraiarsi anche per loro è una necessità e quando non ce la fanno più, malgrado la paura di non riuscire ad alzarsi, si coricano.
I cavalli però rimangono a terra non solo per problemi legati all’età.

Per me vedere un cavallo sdraiato, specialmente se non è tranquillo nel suo box e sono orari strani per riposare, è sempre un campanello di allarme che mi spinge ad andare a controllarlo.
È vero che alcuni cavalli amano coricarsi al sole o in box anche durante il giorno, ma non sono molti e se non conosco le loro abitudini mi accerto sempre che non ci sia qualcosa che non va. I cavalli, animali predati, si sdraiano solo se si sentono davvero tranquilli, perché a terra sono ovviamente più vulnerabili.

Dorme o non si sente bene?

Se poi il cavallo lo conoscete bene e non lo vedete mai sdraiato in quel determinato orario e in quelle modalità, molto probabilmente comincerà a battervi il cuore a mille e a venirvi un’ansia terribile. Questa condizione mentale, assolutamente comprensibile e comune a molti di noi, può però influenzare negativamente le scelte e le decisioni sul modo di affrontare il problema. I cavalli che sono giù da molte ore, che hanno magari provato ad alzarsi più volte senza riuscirci e che alla fine hanno gettato la spugna saranno davvero prostrati, spesso sudati e probabilmente con varie ecchimosi sulla testa e non solo. Capiterà anche di trovarli sdraiati su un fianco, incapaci di stare su con la testa e in posizione sternale. In questo caso alzarli diventa una vera e propria urgenza, perché più si aspetta e meno il cavallo riuscirà a collaborare. Più tempo starà a terra, meno possibilità ci saranno che possa rialzarsi per poi rimanere in piedi.

Il Prof Madigan dell’Università della California, traccia delle linee guida, a mio avviso molto sagge,  da seguire se si deve affrontare un emergenza di questo genere,
Per prima cosa è importante rispondere a queste 3 domande, così da farsi un’idea più precisa della gravità della situazione e poterla comunicare al veterinario:

  • Da quanto tempo sembra che il cavallo sia a terra?
  • Sembra che abbia dolore (tipo colica) o, magari, è ferito?
  • Risponde agli stimoli esterni, tipo i rumori?

Una volta che si è risposto a queste domande e si è chiamato il veterinario descrivendogli la situazione, è importante avvicinarsi al cavallo sempre con la massima sicurezza, lontano dalle gambe: bisogna avere la consapevolezza che un cavallo a terra si trova in uno stato di confusione e paura e che, nel tentativo di alzarsi, potrebbe fare movimenti anche involontari molto pericolosi per chi gli sta intorno.
Ovviamente se si tratta di un cavallo anziano magari in condizioni fisiche scadenti a causa dell’età è più facile che si tratti di un problema neurologico o di natura ortopedica. Per i cavalli più giovani e in salute le cause più comuni sono le coliche intestinali e i traumi, oltre a problemi neurologici di natura infettiva, come nel caso dell’infezione da Herpesvirus.
Se avete dubbi su come si senta il cavallo, una buona idea è sempre quella di proporgli dell’acqua da bere e del cibo per vedere se lo mangia; ho visto cavalli a terra da ore molto deboli magiare volentieri fieno e mangime. Dovrebbero anche bere, ma quello purtroppo è più difficile; il veterinario può ovviare alla disidratazione facendogli una flebo mentre si trova ancora a terra. Un cavallo disidratato sarà decisamente più in difficoltà a rimettersi in piedi e a rimanerci per riprendere le forze. All’interno della flebo si possono eventualmente diluire prodotti/farmaci che possano dargli quella spinta energetica che gli serve in quel momento.

Per scongiurare una causa infettiva è sempre bene misurare la temperatura rettale al cavallo (sempre in sicurezza), perché, se dovesse essere alta, l’approccio iniziale dovrebbe andare nella direzione di farlo sentire meglio, quindi abbassargli la temperatura e togliergli i dolori, prima di provare ad alzarlo. Ovviamente se ci fosse il dubbio di una causa infettiva è sempre buona norma non toccare altri cavalli prima di essersi lavati bene le mani e cambiati i vestiti.

Misurare la temperatura ci aiuta a capire se c’è un problema infettivo

Nel momento in cui ci si è fatta un’idea su cosa possa avere, si procede dunque a stabilizzarlo e metterlo nelle condizioni migliori perché, una volta messo nella posizione giusta e aiutato adeguatamente, possa alzarsi. Il nemico invernale del cavallo a terra è il fango, perché è freddo e scivoloso. In estate invece il nemico sono il caldo e gli insetti, bravissimi ad approfittarsi di un animale in difficoltà, incapace di difendersi.
Vi ricordo che un cavallo pesa mediamente 500 kg, e anche di più, e che se si trova a terra da diverso tempo sdraiato su un lato, la parte che rimane sotto sarà inevitabilmente intorpidita, e la gamba posteriore incapace di darsi alcuna spinta per alzarsi. Immaginate quando noi abbiamo il formicolio ad una gamba, alzarci e camminare ci risulta difficile se non impossibile finchè il sangue non riprende a circolare. Per questa ragione bisogna eventualmente girare il cavallo sull’altro lato ruotandolo sulla schiena. In questo modo il sangue riprenderà a circolare a livello dei muscoli e il cavallo sarà più reattivo. Per fare questo bastano 2 lunghine, posizionate attorno ai pastorali delle gambe più vicine al terreno, una anteriore e una posteriore, quelle rimaste sotto. Poi mettendosi dalla parte della schiena si tirano le corde e le gambe ruoteranno, portandosi dietro il resto del corpo. Servono 3 persone per farlo, una alle gambe posteriori, una alle gambe anteriori e una alla testa.

Girare il cavallo sull’altro fianco può essere di grande aiuto

Una volta girato, il cavallo si sentirà meglio, sarà più reattivo e facilmente, se ha ancora un po’ di energia, si metterà da solo in posizione sternale, pronto per alzarsi se ce la fa da solo o comunque in una buona posizione per essere aiutato. Si, perché non si può pensare di alzare un cavallo sdraiato su un fianco completamente apatico, un minimo di aiuto ve lo deve dare e se non è in grado di tenere su la testa e il collo è impossibile che

possa darsi quel minimo di spinta necessaria ad alzarsi per poi rimanere in piedi da solo. Ma se il cavallo si dimostra ancora reattivo è doveroso provare ad alzarlo.
Se non si riesce ad aiutarlo a mano bisogna avvalersi di un trattore che monti il sollevamento per le forche o la pala, di qualcuno che lo sappia manovrare, di una o due cinghie (di quelle che si comprano in ferramenta), con uno spessore di almeno 10-20 cm e di un paio di moschettoni con l’apertura rapida. Io, la cinghia la passo sotto alla pancia più vicino alle zampe posteriori, la fisso al sollevamento del trattore con il moschettone e sto pronta a sollevare appena il cavallo fa un tentativo di alzarsi con le gambe anteriori. Aiutare prima il cavallo a stendere le gambe in avanti prima di provare ad alzarlo può essere un’ottima  idea. Il trattore va posizionato esattamente dietro al cavallo, almeno una persona deve stare alla testa con una lunghina e un’altra deve stare pronta a sganciare velocemente la cinghia dal trattore, appena il cavallo è in piedi. Per potersi alzare il cavallo deve essere sternale, con la testa sù e la volontà di provare a darsi una spinta, anche piccola con gli anteriori. Solitamente appena si esercita una minima trazione sulla cinghia e quindi sui posteriori con il trattore il cavallo, se è reattivo e ha le gambe anteriori posizionate correttamente, tende a darsi quella spinta che ci serve per sollevarlo definitivamente.
Se il cavallo si trova in box o in un punto dove risulta difficile tutto questo procedimento, purtroppo bisogna inevitabilmente spostarlo e per farlo è necessario tirarlo, manovra che può essere molto stressante per lui e pericolosa per chi gli sta attorno. Infatti loro non amano essere “tirati” e si agitano molto muovendo le gambe in 

Saper alzare un cavallo è un modo per salvargli la vita

modo scoordinato e pericoloso.
Alzare un cavallo a terra può sembrare un’impresa difficile ma se non si fanno cose sconclusionate, ragionando bene e lucidamente su ogni passaggio da eseguire, si può fare e spesso è risolutivo per regalare altro tempo con noi ad un cavallo anziano o un intera vita ad un cavallo più giovane. Per questa ragione è importante tener presente che può capitare e che sapere come fare può davvero salvare una vita.