09/03/2022

Ci hanno lasciato i fratelli Lastrucci (Lando e Giorgio), storici allibratori toscani, il ricordo di Vanni Berti

di Mario Alderici

CIAO FRATELLI LASTRUCCI!

“Le brutte notizie non arrivano mai da sole”. Eh sì. Ieri sera ho saputo, quasi per caso, della scomparsa del notissimo allibratore toscano Lando Lastrucci che, per la verità, ci ha lasciato una quindicina di giorni fa. Pare il 21 febbraio, ma la notizia non si era diffusa. Ma, proprio documentandomi sul web alla ricerca di dati precisi su Lando, ho scoperto con grande dispiacere che anche il fratello maggiore Giorgio, a pochi giorni di distanza, lunedì scorso, ci ha lasciato. Due brutte notizie per quanto mi riguarda, perché i fratelli Lastrucci, Giorgio e Lando, Lando e Giorgio, come venivano chiamati associando inevitabilmente l’uno all’altro, storici allibratori degli ippodromi toscani, io li conoscevo molto bene, avendoci lavorato insieme al picchetto (da ragazzo) per molti anni. Fiorentini veraci del quartiere di San Lorenzo, i due erano profondamente diversi l’uno dall’altro, ma come succede nelle migliori “società”, si completavano. Lando, più che il classico bookmaker, era un vero e proprio giocatore. E di lui tutti ancora si ricordano le sfide che dal picchetto lanciava al pubblico. Qualche volta andava bene, qualche volta, invece, andava male. Ma lo spettacolo era assicurato. E che coraggio! Più di una volta, quando c’erano i classici “via” su qualche cavallo che a lui non piaceva, dopo aver scritto diversi biglietti, Lando, invece di abbassare la quota, come si dovrebbe, addirittura la alzava, con le conseguenze che si possono immaginare. “Buttati che l’acqua è bassa” era uno dei modi con cui Lando cercava di stimolare i vari giocatori a fare la loro puntata. Sempre allegro, era anche amante dello sport ed è stato, in gioventù, grazie alla sua notevole stazza, un calciante del calcio storico fiorentino. Addirittura è stato il capitano della sua squadra, quella dei Rossi. Insomma, un vero personaggio.Non da meno però, come personaggio, Giorgio. Aveva una decina di anni in più del fratello, e a me ha sempre dato la sensazione che, come per incanto, fosse uscito dalle pagine di “Maledetti toscani”. La descrizione che Curzio Malaparte fa del classico toscano, corrispondeva esattamente a come era Giorgio. Lui non sfidava il pubblico come faceva il fratello, ma andava inesorabilmente al sodo. Ed era bravissimo come allibratore. Specialmente al galoppo, dove la sua competenza era eccezionale. Più serio di Lando e dal carattere un po’ burbero, anche a Giorgio non mancava però l’ironia. “Vanni – mi diceva – anche questo gliè un altro che va a giro a dire che l’è furbo”. Così Giorgio “etichettava”, quasi sempre giustamente, quanti volessero far capire quanto ne sapevano più degli altri. E questa era solo una delle sue ironiche frasi. Sempre insieme nella vita, anche nell’ultimo viaggio i fratelli Lastrucci, seppur a distanza di pochi giorni, hanno voluto essere uno accanto all’altro. Giorgio non ha probabilmente retto l’urto della scomparsa del fratello, oppure, voglio credere che, da buon fratello maggiore, di averlo voluto seguire perché altrimenti “come fa lassù senza di me”? E Giorgio avrà così la possibilità di riabbracciare l’amato figlio Lanfranco, scomparso molti anni fa in un incidente stradale ad appena 20 anni.Ciao Lando! Ciao Giorgio! Sentitissime condoglianze alla famiglia tutta, in particolare alla signora Faliera e a Luca.

Vanni Berti